Digital drives the car, but one in five companies have yet to take off
Efficiency challenge for companies. In Europe the market drops by 20.3%
Un processo avviato, ma con ancora molta strada da fare. La trasformazione digitale della filiera automotive italiana conta su uno zoccolo duro di imprese che adotta almeno quattro tecnologie di digitalizzazione, ma per un’azienda su cinque (18%) la transizione non è stata avviata mentre in un caso su due siamo alle fasi iniziali. A rivelarlo è uno studio dell’Osservatorio sulla trasformazione digitale della Filiera automotive italiana (Fai) del Politecnico di Torino e del Collegio Carlo Alberto, in collaborazione con Anfia e Cdc di Torino. «Laddove le aziende hanno messo in campo tecnologie per la digitalizzazione, accanto a interventi per rendere più efficiente la gestione del processo produttivo, sono riuscite ad ottenere un risparmio dei costi superiori al 3%, un risultato importante di efficienza e recupero di marginalità per un settore in grande trasformazione» commenta Emilio Paolucci, curatore dello studio insieme ad Aldo Geuna, Paolo Neirotti, Ruggero Colombari, Riccardo Ricci e Daniele Secci. Le tecnologie più diffuse sono quelle per la raccolta e l’analisi dei dati, come i software di data analytics (94% delle grandi imprese e 79 delle Pmi) e i sensori sulle linee di produzione (94% grandi imprese e 69% delle Pmi). La disponibilità di dati spinge verso un nuovo modello di gestione: il 43% delle imprese si considera già data driven e basa le decisioni principalmente sull’analisi quantitativa dei dati mentre 1149% si affida principalmente a esperienza e intuito. Il coinvolgimento attivo degli operatori nel miglioramento del processo produttivo è una realtà abbastanza diffusa -49%degli stabilimenti adottano programmi di lean production – così come la collaborazione con i clienti per un miglioramento continuo del processo, sebbene solo il 37% lo faccia con una relazione continua e un 28% percepisca la condivisione dei dati in una logica di maggiore controllo. Il tema della digitalizzazione delle filiere produttive è al centro del Recovery Plan, con il settore dell’auto che ha chiesto e ottenuto attenzione per i produttori italiani nella fase di revisione del PNRR. «Ci auguriamo – dice Paolo Scudieri presidente dell’Anfia – che la definizione del PNRR possa garantire la messa in atto di un vero piano automotive per il Paese, indispensabile per affrontare la transizione della filiera verso l’elettrificazione della mobilità e per sostenere gli investimenti nelle nuove tecnologie. Strumenti di politica industriale, programmi di riqualificazione delle competenze e interventi finanziaria sostegno delle imprese sono necessari per giocare al meglio questa partita». Una partita che deve fare i conti con un mercato depresso, come conferma il calo delle immatricolazioni in Europa a febbraio del 20,3%.
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